windows vista
Avete presente quella azienda americana che prova a fare sistemi operativi? Come si chiama… ah, sì: Microsoft.
Beh, vi svelo una notizia incredibile: questa azienda ha lanciato da qualche settimana un nuovo sistema operativo, di nome Windows Vista.
Ah, già lo sapevate? Che strano… Eppure, anche secondo Pfeiffer Consulting, Vista è decisamente peggiore in termini di produttività per utente, rispetto al suo predecessore, Windows XP e, tanto per cambiare, anche di Mac OS X.
Questo studio si riferisce al User Interface Friction (UIF), ovvero alla “frizione” che l’interfaccia utente causa all’utente stesso, e riguarda cose come la precisione nell’uso del mouse, la latenza dei menu, le operazioni della scrivania, e altro.

Purtroppo, quelli di Pfeiffer non studieranno Ubuntu, nè tantomeno Gnome o KDE… potrebbero venire fuori delle sorprese.

La cosa triste, alla fine, è che comunque Vista verrà acquistato, e piano piano si guadagnerà la solita cospicua fetta di mercato. E’ mediocre, ma… ce la farà. Viva il marketing.

Non sono anti-microsoft: sono solo anti-mediocrità.

Per chi non lo sapesse, UbuntuSemplice.org è un libro collaborativo “open” per utenti inesperti alle prime armi con Ubuntu 6.10; questo libro, scritto da me e altri venti volontari, doveva inizialmente essere pubblicato da una casa editrice, che avrebbe devoluto 1500 euro alla Ubuntu Foundation, e rilasciato il libro in licenza Creative Commons attribution-noncommercial-sharealike 2.5.

La casa editrice in questione ha avuto diversi problemi economici, e non è più intenzionata a pubblicare il libro.

Per “recuperare” il torto, ha offerto di pagare 750 euro e cedere i diritti di pubblicazione.
La vedo come una soluzione dignitosa: la casa editrice perde i diritti e cede una parte del compenso, noi ci riprendiamo i diritti, e possiamo trovare un altro editore con maggiore facilità.
Francamente, non essendoci malizia nè cattiveria, ma solo una grave situazione economica da parte dell’editore, mi sento di voler accettare questo compromesso.
Ovviamente vorrei sentire i vostri pareri, come sempre, e soprattutto quelli dei volontari che hanno partecipato al progetto.

Ora dovremmo solo trovare un altro editore disposto a pubblicare il libro, e disposto a versare 750 euro come compenso, alla Ubuntu Foundation.

Qualsiasi suggerimento è ben accetto.

Sono Off-Topic.

Stasera leggevo della “classifica della felicità”, stilata da uno psicologo britannico. La Danimarca sembra il posto più felice del mondo.
Mi è venuta in mente una cosa: ma quanto COSTA questa felicità?
Vediamo due esempi:

Lussemburgo:
valore di felicità: 253
GDP per capita (PIL pro capite): 80288 $
Costo della felicità: 80288 / 253 = 317,34

Jamaica:
valore di felicità: 233
GDP per capita (PIL pro capite): 9731 $
Costo della felicità: 80288 / 253 = 15,7
Ci ho lavorato per un paio d’ore, e alla fine ho tirato fuori questo:
CLASSIFICA DEL COSTO DELLA FELICITA’, per singola nazione.
Scaricate pure il PDF, o il foglio di calcolo in ODS (leggibile con OpenOffice.org).

pdf ods

Se l’idea vi è piaciuta, diffondete.

Una sola riflessione:
ma se in Lussemburgo la felicità costa così tanto… ne vale la pena?
Quanto siamo messi male.

Mi stavo guardando un videocast di due sviluppatori di Second Life… Ad un certo punto, parlando del nuovo scripting language, viene fuori che TUTTI i server di Second Life girano su Debian. Ovviamente!

Apprendo con dolore che l’editore non ha più intenzione di pubblicare UbuntuSemplice, e quindi (deduco io) nemmeno di pagare 1500,00 euro alla Ubuntu Foundation, nè di regalarmi le 40 copie pattuite (erano da regalare ai contributori) nel CONTRATTO (non fate caso, il titolo provvisorio era “Ubuntu al 100%”), nè di illuminare migliaia di utenti sprovveduti con una simpatica guida su Ubuntu.
Infine, non mi ha ancora consegnato il PDF finale.

Dato che Ubuntusemplice sono IO, ma è anche TUTTI quelli che hanno partecipato, vi chiedo una sincera opinione su cosa fare:
A) Accettare la decisione dell’editore, e cercare un altro editore (con una bassa probabilità di trovarlo)
B) Chiedere all’editore di trovare un altro editore disposto a pubblicare, o in alternativa versare i soldi senza pubblicare;
C) Obbligare l’editore a pubblicare comunque, e a pagare i soldi;

Non esiste in A, B, C alcuna menzione alle 40 copie che mi spettavano, semplicemente perchè mi sembrano una cosa minore rispetto al resto.
Non esiste nemmeno una menzione al PDF, dato che è rilasciato in Creative Commons e che quindi VA pubblicato e consegnato COMUNQUE.

Attendo una vostra opinione. Io preferirei la B, anche se la C sarebbe quella più equa (ma non sono così rigido).

Vignette

20-02-2007

Questa è davvero forte.

(fonte: http://xkcd.com)

Teorico Linuxiano

20-02-2007

Scopro con grande piacere il teorico linuxiano, grazie alla classifica “Blog of the day” di wordpress.
Questo post è ben fatto, e merita lettura.
Personalmente, sono convintissimo che Microsoft abbia sfruttato una posizione monopolista, come sono altrettanto convintissimo che, in generale, questo monopolio abbia fatto più bene che male all’umanità.
Vorrei chiedere ai soliti fanatici anti-microsoft di ragionare con la testa, non con la fede.

Vim background

20-02-2007

Un simpatico spagnolo che lavora all’INFN di Perugia ha preparato questo sfondo con vari comandi vim, ovvero un vim background… imperdibile!

Sempre prendendo spunto dall’ottimo Slashdot, leggo un interessante articolo in inglese riguardante il futuro della pacchettizzazione del software in Linux. In fondo all’articolo si cita un progetto che non conoscevo, ma che ritengo prezioso: Linux Standard Desktop Project.

Secondo me, il wireless è un importante strumento di democrazia.
Peccato che in Italia facciamo sempre la solita figura dei pecoroni.
Vi segnalo questo interessante articolo di Michele Favara Pedarsi su Punto Informatico, il sito wireless commons, e il sito di Meganetwork creato dallo stesso Michele.
Buone letture.