Steve e Michael

30-03-2007

Steve: Ciao Michael, ho letto del successo del vostro sondaggio su Linux… sei diventato pazzo?
Michael: Ciao Steve, immaginavo che non avresti reagito bene. Ora ti spiego.
Steve: Michael, there is no motherfucking explanation. Io Linux lo voglio cancellare dal pianeta terra, lo capisci?
Michael: Dài, calmati, ora ti spiego.
Steve: Merda, porca troia! Facendo così diffonderai ancora di più quella cultura geek del cazzo che non fa fare affari a nessuno.
Michael: Lo so, è una cultura del cazzo, ma dovremo pure fare qualcosa se ci sono richieste, no?
Steve: Tu ci vuoi rovinare, vero? Hai idea dell’impatto psicologico che questa notizia avrà? Molti cominceranno a pensare che, se la mia azienda vende Linux, allora questo Linux è finalmente pronto per essere usato anche dai bambocci.
Michael: In effetti, Steve, è proprio così.
Steve: Allora dimmi una cosa: quanto cazzo ti costa una singola copia di Finestre? Mi pare trenta dollari, giusto?
Michael: Sì, giusto.
Steve: E quante ne vendi ogni anno? Mi pare oltre trenta milioni, giusto?
Michael: Sì.
Steve: E se io ti porto il prezzo a 35 dollari, tu quanto ci rimetti? Centocinquanta milioni di dollari, giusto?
Michael: Steve, mi stai ricattando?
Steve: Noooo… che dici… Sto solo valutando una diversa politica di vendita dei miei prodotti.
Michael: Steve, non devi preoccuparti… La nostra indagine, i cui risultati sono rimasti segreti (a differenza del sondaggio di quel cazzo di Ubuntista italiano), la dice lunga: quelli che vogliono il PC con Linux sono quelli che già se lo installano da soli… Quelli non erano comunque tuoi clienti, anzi: dovendo installare Linux per bene, diventavano anche esperti di installazione, e in questa maniera potevano aiutare i loro amici ad installare Linux su altre macchine. Se noi glielo forniamo già installato, loro non imparano ad installarlo e quindi diventano meno propensi a farlo agli amici… Paradossalmente, con questa mossa ci saranno molte Finestre in più, nel mondo.
Steve: Tu dici?
Michael: Ma sì, credimi. E poi noi non forniremo alcun tipo di supporto commerciale, quindi, se avranno problemi tecnici, si arrangeranno da soli. Alle aziende non interessa… Noi toglieremo piccole quote di mercato a Accappì e Eye-Bee-M, ovvero quegli utenti che usano già Linux, ma che prima non compravano i nostri PC e i nostri portatili.
Fidati, per Finestre non ci sono problemi.
Steve: E che mi dici di quell’africano in tuta spaziale?
Michael: E’ in gamba, però è ancora un pesce piccolo. Il problema è che si sta alleando con Sole e che presto potrebbero rompere le uova nel paniere. Ma comunque, tranquillizzati: la distribuzione che sceglieremo sarà quella del Camaleonte, quindi ci guadagnate anche voi. E i drivers li lasceremo closed ancora per un altro po’.
Steve: Beh, mi sembra scontato che usiate il Camaleonte… ma dobbiamo trovare una soluzione, Michael.
Michael: Sì, ma non so ancora quale. Intanto, godiamoci questa vantaggiosa operazione di marketing, e poi vedremo.
Steve: Bah, hai ragione. Ti aspetto nella mia villa alle Hawaii per festeggiare. Spero solo che non venga a rompere anche quel fucking Ubuntista di cui parlavi.

Dell offrirà Linux

29-03-2007

Ieri Dell ha scritto nel blog istituzionale che offrirà computers con Linux preinstallato.
Ottima notizia.
Ancora non si sa quale distribuzione Linux verrà utilizzata.
Spero solo che faranno tutto in maniera pulita e “open”. Staremo a vedere.

Allora, prendete trenta persone, e dividetele in gruppi da dieci: chiamiamoli W,A,L (Windows, Apple, Linux).
Metteteli di fronte a hardware identico, con preinstallato Windows per W, Mac OS per A, Ubuntu 7.04 per L.

Lasciateli fare per dieci ore (collegamento ad internet funzionante).
Fateli sbattere tutti con: installazione nuova periferica (stampante, videocamera, scanner), surfing, email, bla bla bla.
Alla fine del test, fate questa domanda: quanto avete imparato di computer?

Risposta media di W: 6,2 su 10
Risposta media di A: 6,8 su 10
Risposta media di L: 6,9 su 10

Ora, avete quattro opzioni:
A) Credere che io abbia davvero fatto questo test, e mostrati i risultati.
B) Credere che io sia un genio, e che non abbia bisogno di fare il test per sapere comunque i risultati;
C) Credere alla mia “previsione”, e basta.
D) Non credere ai risultati.

Povera Apple!

27-03-2007

E dai, ci siete cascati: era un titolo volutamente provocatorio, non me ne vogliano i fan della mela :-)

Comunque, un fondo di verità c’è: secondo CBC (qui un sommario della notizia in italiano), la maggior parte degli utenti non ha bisogno nè di Windows, nè di Mac OS X, ma può passare direttamente ad Ubuntu.
Non male, per la nostra distribuzione Linux preferita!

Infine, scopro con piacere che PC Welt (una rivista tedesca) ha gradito Ubuntu.

Ragazzi, questo 2007 sta andando alla grande!

 Dopo otto giorni in Spagna, eccomi (purtroppo) di nuovo alle prese con le beghe quotidiane… in compenso, di feste ne ho quasi abbastanza…

spagna

Beh, torniamo ad essere seri: il sondaggio sul PC Linux ha avuto un buon successo, 1652 voti italiani, ma solo 64 voti stranieri.

Passando alla tanto attesa Feisty Fawn, sembra che la beta abbia già conquistato il cuore di molti.

Per i più curiosi, sulla Xbox 360 gira anche… Ubuntu!

L’azienda Dell ha lanciato il suo sondaggio sul PC con Linux pre-installato.
A me non piace.
Primo: Dell non garantisce che i risultati del sondaggio verranno diffusi, nè assicura che verranno diffusi correttamente.
Secondo: Dell ha dimenticato, nel sondaggio, di menzionare il Trusted Computing.

Ho deciso quindi, nel corso di una lunghissima notte insonne, di preparare il PC-Linux Open Survey!

PC-Linux open survey

I risultati del sondaggio (che vengono aggiornati una volta al giorno) sono e saranno sempre disponibili per tutti.
Forza, gente!

Se usate Digg.com, potete “diggare” l’iniziativa cliccando qui.

Navigare in maniera anonima non è una attività da terroristi e banditi, ma semplicemente un modo per tutelare la propria privacy.

Seguendo questo thread nel forum inglese di Ubuntu, ho pensato bene di darvi due indicazioni utili per usare Tor e Privoxy.

Ecco cosa fare:
1. Abilitare i repository Universe, se non l’avete già fatto.
2. Installare tor e privoxy.
3. Aggiungere questa linea al file /etc/privoxy/config, nella posizione che volete:
forward-socks4a / localhost:9050 .
(mi raccomando, non dimenticate il punto alla fine della riga)

4. Lanciare tor e privoxy:
$ sudo /etc/init.d/tor start
$ sudo /etc/init.d/privoxy start

Se volete, poi, aggiungete l’estensione Firefox chiamata Torbutton, che vi permette di abilitare e disabilitare Tor con un semplice click.

Contenti?

Mark Shuttleworth scrive nel suo blog a proposito della “questione Dell”; mi permetto di offrirvi una mia traduzione.

Pre-installare Linux

Si è sollevato un grande interesse nel fatto che avere Linux pre-installato (nella forma di Ubuntu o Fedora o OpenSuSE) è il primo suggerimento di Ideastorm di Dell. E’ fuor di dubbio che Linux pre-installato sia una opzione popolare tra i clienti. Perchè, allora, è così difficile negli Stati Uniti o in Europa comprare un PC che abbia Linux (e idealmente solo Linux) nel suo disco rigido?
Il diavolo, come sempre, giace nei dettagli.

Primo: i margini dei PC sono bassissimi

Ciò comporta due conseguenze. La prima è che i fondi del co-marketing di Microsoft sono una porzione sostanziale dei margini di profitto di molti grandi rivenditori di PC. Pizzicare il naso del gigante può essere divertente ma anche rischioso.
Se Microsoft riduce il contributo marketing per singolo PC per un particolare rivenditore, ciò comporta un grande svantaggio finanziario rispetto ai suoi concorrenti. Ciò significa che uno dei problemi più grandi che un produttore o rivenditore di PC affronta nel considerare la pre-installazione di Linux è l’impatto che avrà nelle relazioni con Microsoft, ed eccoci al fondo.

Inoltre, margini stretti significano che qualsiasi interazione o supporto al cliente può spazzare via il profitto non solo per quella vendita, ma anche in molte altre. Lo scenario peggiore prevede un cliente che compra un computer al prezzo più basso nel vostro sito web, immaginando che sia un PC con Windows, e poi chiama, infuriato, perchè “non funziona con il gioco che stanno cercando di installare”.
Un cliente che casualmente compra Linux senza sapere cosa significhi ha conseguenze costose per una azienda che ha margini ridotti nel range dei prodotti di fascia bassa.

Per questo motivo, non credo che abbia senso per Walmart (i grandi magazzini) vendere PC di fascia bassa, e noi non abbiamo mai spinto rivenditori europei o americani nel cercare di pre-installare Ubuntu a meno che non pensiamo che possano segmentare il mercato separando chi effettivamente DESIDERA Linux da quelli che cercano solo di fare un affare rispetto ad un computer con Windows.

Seconda cosa: noi entusiasti del free software siamo una folla esigente, e molto difficile da accontentare.
Tu sai cosa sei: ti siedi e configuri quel sistema Dell fino al dettaglio minimo, vuoi un modello specifico di un notebook HP, vuoi quello che abbia il chipset grafico Intel e non l’altro chipset perchè preferisci l’approccio free driver di Intel. In breve, sei un cliente esperto ed esigente. Questo significa che, per poter raggiungere noi entusiasti con Linux, un rivenditore deve poter offrire Linux OVUNQUE, non solo su pochi modelli selezionati.

Peggio, noi non siamo utenti “Linux”, ma siamo utenti che vogliono la versione 6.06.1 di Ubuntu, o la 10.2 di SuSE, o Fedora 6. Vogliamo una distribuzione specifica, e in molti casi anche una VERSIONE specifica di quella distribuzione. Per accontentarci, il venditore deve offrire una enorme matrice di possibilità – macchine e distribuzione/versione.

Questa è una affermazione costosa.

Quindi, cosa possiamo fare per soddisfare l’esigenza?

Primo, possiamo aiutare i venditori ad avere una visione più dettagliata della vera natura della domanda. Per esempio, questa è una indagine lanciata da Dell che li aiuterà sicuramente nel prendere decisioni riguardanti il modo con cui avere Linux su piattaforme Dell:
http://www.dell.com/linuxsurvey/

Sarebbe ottimo, naturalmente, se questo tipo di indagini fossero meno specifiche rispetto al venditore, così potremmo esprimere le nostre opinioni una sola volta e fornirle attraverso l’intero spettro delle industrie, ma questo è quello che passa il convento. (sarebbe anche ottimo se Dell considerasse Ubuntu essere sia supportato dalla comunità che commercialmente, ma questa è un’altra storia ;-) ).

Secondo, possiamo iniziare a guardare ai modi di cambiare il modello in modo che ci sia un incontro migliore tra le aspettative dei clienti e le economie dell’industria. Per esempio, se sei una di quelle persone che ha votato per Linux pre-installato su Dell Ideastorm, saresti felice di ricevere un computer Dell senza Sistema Operativo e con un disco Ubuntu nella scatola, che tu installi senza supporto da Dell? Che succede se è stato consegnato con l’assicurazione che l’insieme dei componenti che hai configurato *deve* funzionare, ma senza garanzia vera e propria?
Possiamo mettere a punto i parametri per raggiungere il punto in cui tu sia soddisfatto, e Dell possa ottenere un profitto ragionevole assumendosi solo un rischio ragionevole? Risolvi questa cosa, e penso che potremmo arrivare molto più vicini a risolvere il bug #1 (ovvero, che Windows gira sulla maggior parte dei computer del mondo).

Aggiunta:

Naturalmente, alcuni rivenditori si specializzano nelle pre-installazioni di Linux. Il mio favorito è System76, che ha una grande varietà di desktop e portatili i quali hanno Ubuntu pre-installato. Complimenti a loro per essere riusciti ad individuare il mercato e averlo saputo sfruttare.

Fine della traduzione.

UbuntuPC

14-03-2007

Alcune riflessioni sul discorso di Ubuntu Linux preinstallato su PC in vendita.

UbuntuPC

IDEA

Offrire computer con Ubuntu Linux preinstallato, con un servizio paragonabile a quello offerto da grandi BIG del settore (HP, Dell). Il mercato di riferimento è quello italiano.

Tale servizio dovrebbe avere le seguenti caratteristiche:

1) Vendita online di PC (Desktop, Notebook, Thin, Fanless).

2) Eventuale vendita di componenti esterne (stampanti, scanner, modem, router, monitor) che siano perfettamente funzionanti con Ubuntu Linux.

3) Servizio di assistenza online/telefonica/on site per l’UbuntuPC.

4) Garanzia.

5) Prezzi competitivi rispetto ad equivalenti PC con Windows preinstallato.

6) Disponibilità gratuita delle immagini ISO di Ubuntu preinstallato, permettendo a chiunque di acquistare l’hardware altrove e installare Ubuntu, ma NON di usare tali immagini ISO per motivi commerciali.
7) Permettere a volontari ed appassionati di contribuire al successo di questa idea.

Sarebbe inoltre auspicabile che il servizio:

8) Migliori la diffusione di Ubuntu e dell’informatica FOS, contrapposta all’informatica proprietaria.

9) Migliori il rapporto degli utenti con i loro PC

Questo progetto potrebbe essere “adottato” e gestito da Canonical e reso ufficiale.

ASPETTI SECONDARI

Oltre ai sopracitati punti, potrebbe essere interessante offrire anche:

11) backup criptato in rete.

12) Piattaforma per permettere a terze parti di offrire assistenza verso il PC del cliente, in maniera funzionale e sicura (remote desktop e simili).

13) Un servizio identico, disponibile in altri paesi e in altre lingue.

14) Una documentazione completa sull’utilizzo del proprio sistema, con riferimenti espliciti e dettagliati a svariati utilizzi professionali (ad esempio, una piccola azienda può essere interessata a soluzioni FOS per la fatturazione, o per la gestione del magazzino, e tale documentazione potrebbe sopperire a tale necessità).

In particolare, il punto 12) sarebbe interessante, e in pieno spirito Ubuntu, qualora il progetto venisse “adottato” da Canonical.

SOGGETTI ATTUATORI

I soggetti attuatori di UbuntuPC potrebbero essere, in alternativa:

A) Un ente non-profit che diriga i proventi verso iniziative FOS (Free and Open Source) o verso Ubuntu.

B) Canonical, la quale usufruirebbe degli utili derivanti dall’idea.

C) Una azienda privata, seguendo un Business Model che sia rispettoso dei principi del mondo FOS. In questo caso, l’eventuale contributo di volontari dovrebbe essere “rispettato” e non “sfruttato”, e tutti dovrebbero essere messi al corrente di quando una loro attività può generare profitto per una azienda.

Immaginiamo che in qualsiasi caso, il nome dell’Ente o Azienda o Gruppo di persone sia UbuntuPC.

La principale differenza tra i soggetti attuatori è chi beneficia degli utili. Per il resto, si tratta comunque di rendere sostenibile una idea imprenditoriale.

ESEMPI ESISTENTI

Un esempio di discreto successo (con un soggetto auttuatore di tipo C) è http://system76.com, che vende PC e Portatili con Linux preinstallato.

PRINCIPALI DIFFICOLTA’

Indipendentemente dal soggetto attuatore, la difficoltà principale è rendere profittevole e sostenibile tale business (i cui proventi poi finiscono in posti diversi a seconda dei casi).

Il mercato dei PC con Linux è sicuramente cresciuto, ma ritengo che solo un team di persone snello e ben organizzato può rendere questa cosa interessante.

L’altra difficoltà è rappresentata dal supporto hardware per Linux, mancante in alcuni casi. Bisognerebbe quindi limitarsi ad utilizzare hardware pienamente compatibile con Linux, e preparare solo poche specifiche configurazioni di hardware, per evitare che il costo della prima configurazione pesi troppo sul prezzo finale del PC.

Le cose da fare potrebbero essere:

1) Scegliere due partner commerciali (per esempio, HP, Dell, Essedi) ai quali rivolgersi per rifornirsi di hardware senza Windows preinstallato. Tali partner potrebbero fornire alcuni PC gratuitamente e/o permettere prezzi all’ingrosso interessanti, poiché l’idea offrirebbe loro una porta d’ingresso nel mondo dei PC con Linux. Va evitato che queste aziende siano facilmente in grado di “fagocitare” l’idea e farla loro e quindi risparmiando sui costi di startup dell’operazione.

2) Testare alcune configurazioni dell’hardware scelto, e offrirle in vendita online.

3) Approntare una sede operativa in cui arrivano i PC, viene installato Ubuntu, viene testato il funzionamento, viene spedito al cliente.

4) Approntare una linea telefonica per fornire assistenza a pagamento agli utenti che ne necessitino

5) Permettere a terze parti di contribuire al testing di una piattaforma, e di poterla successivamente vendere, “certificandosi” così come partner dell’idea, pagando una percentuale del prezzo chiesto all’acquirente.

6) Attivare una rete di supporto di appassionati e professionisti, senza garanzie da parte di UbuntuPC.

7) Attivare uno strumento per il supporto da remoto direttamente sul PC (qualcosa come Remote Desktop).

8) Gestire fatturazione, documenti di trasporto, magazzino, tutti gli altri aspetti fiscali, la gestione delle garanzie, l’aggiornamento del sito web.

CHI SONO IO?

Simone Brunozzi, appassionato di informatica e utilizzatore di Ubuntu.

Sto cercando di portare un contributo “strategico” all’eventualità di offrire PC con Ubuntu preinstallato sul mercato italiano. Il mio ruolo al momento è semplicemente quello di libero pensatore e appassionato.

Righterous software, una azienda di Houston (Texas) specializzata nel backup, annuncia che la sua linea di Continuous Data Protection (CDP) supporta da oggi anche server Debian e Ubuntu.
Ottima notizia, considerando che l’aspetto backup è forse uno dei peggio supportati in ambienti Linux.