Ubuntu-Dell, reprise

04-05-2007

[reprise: riprendere in mano un discorso già affrontato]

[prima del reprise, vi segnalo che Zimbra ha delle novità per Ubuntu]

ubuntu dell

Torno a parlare della faccenda Ubuntu-Dell, perchè credo ci sia ancora molto da dire.
Su ITWire segnalo un buon pezzo di Sam Varghese che spara a zero, forse troppo,  sull’argomento. Vi riporto alcuni estratti che reputo davvero importanti, con relativa traduzione.

If Dell is to succeed, it will need to create demand for the Linux boxes it plans to sell. It will be interesting to see how Microsoft reacts – simply because in the past, according to Register journalist Ashlee Vance, Microsoft has been willing to allow Dell to meet demand, not create it. “Microsoft told OEMs to ‘meet demand but not help create demand’ where Linux was concerned,” Vance writes; he is the only journalist who did not have stars in his eyes when commenting on Dell’s decision.
[Per avere successo, Dell ha bisogno di creare domanda di macchine Linux. Sarà interessante vedere la reazione di Microsoft, semplicemente perchè in passato, come segnalato dalla giornalista di Register.co.uk Ashlee Vance, Microsoft ha sempre spinto Dell a incontrare la domanda, non a crearla. “Microsoft ha detto agli OEM di incontrare la domanda ma non crearla dove Linux rappresentava un problema”. Vance è l’unica giornalista che non ha gli occhi luccicanti quando parla della decisione di Dell.]

It will take only a couple of quarters in the US business cycle before Dell’s future (or lack thereof) with Ubuntu is known. Unfortunately, the Ubuntu-Dell deal is only effective in the US. The chances of success are thus more limited than if Dell were going into other markets.
[Basteranno un paio di trimestri negli USA per conoscere il futuro (o la mancanza di esso) per Dell con Ubuntu. Sfortunatamente, l’accordo Dell-Ubuntu ha effetto solo negli USA, le possibilità di successo sono perciò più limitate che se Dell avesse aggredito anche altri mercati.]
HP has long had an interest in Debian – its chief Linux technical officer Bdale Garbee was once a leader of the Debian project – and recently announced that it had made $US25 million by offering support for the distribution in Europe, the Middle East and Africa. The customers are all either small or medium-sized businesses or governments. HP is now the number one PC vendor.
[HP ha sempre avuto un interesse per Debian (il suo Linux Technical Officer Bdale Garbee è stato Project Leader di Debian) e ha recentemente annunciato di aver avuto profitti per 25 milioni di US$ offrendo supporto per Debian in Europa, Medio Oriente ed Africa. I clienti sono piccole e medie imprese o enti pubblici. HP è ora il venditore di PC numero uno al mondo.]
If Dell and Ubuntu succeed, it will change the entire scenario for computing. I have my doubts that the marriage will last but this time I would love to be proven wrong.
[Se Dell e Ubuntu avranno successo, questo cambierà l’intero scenario del computing. Ho i miei dubbi che il matrimonio durerà a lungo, ma mi piacerebbe molto se i fatti mi daranno torto.]

Continuo a pensare che Dell non sia una soluzione, ma un ripiego; che tutta l’operazione Ubuntu sia una colossale campagna di marketing gratuita a cui hanno aderito migliaia di blog e centinaia di testate giornalistiche nel mondo. Rispetto a due mesi fa, Dell ha acquistato in simpatia e in giovinezza, agli occhi dei consumatori. Per me Dell continua ad essere una corporation interessata al profitto e ai dividendi, in primis.

Mi piacerebbe davvero se, invece di questa mezza pagliacciata, potessimo vedere una vera soluzione per aiutare la diffusione di Linux, che potrebbe essere, come già ho accennato, una piattaforma comune a cui tutti gli assemblatori di PC e i negozi di PC possono accedere e contribuire. Sarebbe una marea impetuosa difficile da stoppare con una telefonata, come potrebbe succedere nel caso Dell.

Staremo a vedere. Spero di avere torto marcio.

7 Responses to “Ubuntu-Dell, reprise”

  1. Walter Says:

    Che Dell sia interessata solo al profitto è quasi scontato, e tutto sommato non c’è nulla di male (per un’azienda ritengo sia la normalità). Tuttavia a volte il profitto economico di pochi può giovare a molti, potrebbe essere il caso di Dell+Ubuntu.
    Tutto dipenderà dai consumatori americani. Se accoglieranno con entusiasmo questa novità allora la cosa potrebbe avere un seguito, altrimenti finirà nel dimenticatoio.
    Personalmente temo che Feisty non sia l’ideale, avrei atteso Gibbon (o come si chiama) dato che anche se Feisty è fantastica, per certi versi non mi convince.

  2. emilio Says:

    Certo è che se il mercato americano non dovesse promuovere l’iniziativa, non ci rimetterebbe tanto Dell quanto piuttosto Ubuntu (a proposito, Feisty deve essere migliorata, non è accettabile, ad esempio, che non si riesca a smontare, se non da terminale con sudo, hd esterni e che ancora il bug non sia stato risolto). Confido nella capacità manageriali di Canonical e Shuttelworth, ma concordo con Simone sulla necessità di portare avanti una strategia ad ampio spettro non legata solamente ad un singolo partenariato commerciale
    Ciao
    Emilio

  3. Massimo Says:

    Non tenete conto di una cosa. Purtroppo Linux e’ poco conosciuto. Quindi questo matrimonio, fragile che sia, servira’ a far sapere che non esiste solo windows ma anche altro. Le persone vogliono solo un sistema operativo che li porti su internet, possano vedere foto e filmati. Sono sicuro che Ubuntu 7.04 sia pronto per soddisfare queste necessita’. Ed abbia anche qualcosa in +. :)
    L’importante è che si sparga la voce.

  4. uforobb Says:

    @ emilio:
    ma a me li smonta… !?!

    comunque al di là della versione da attendere per questa promozione e al di là del fatto che, come dice giustamente Simone, Dell ha sfruttato la cosa per pubblicità e per ringiovanire l’immagine, non bisogna dimenticare che tutto questo è una grande pubblicità anche per ubuntu…

    Inoltre Simone parla di questa piattaforma comune, che onestamente non ho capito se si tratti di una specie di database di tutti i componenti hw compatibili con linux, ma interpretandola così, mi pare proprio che esista già una cosa del genere per linux su http://wiki.ubuntu-it.org/Documentazione/Indice

    Personalmente avevo pensato di buttarmi nel business di vendere pc-linux-compatibili, il problema è che al momento il mercato non è maturo e se lo può permettere solo qualcuno con le base più che solide (vd. Dell)

    Roberto

  5. ubuntista Says:

    @ Walter: infatti non c’è nulla di male, ma appunto va considerato che è una corporation, e non una No-profit che vuole solo fare del bene ad Ubuntu e al mondo :-)

    @ Emilio: infatti ci rimetterebbe soprattutto Ubuntu!

    @ Massimo: la pubblicità non fa male, concordo.

    @ uforobb: neanche a me li smonta correttamente.
    La piattaforma comune avrebbe ANCHE un DB dei componenti compatibili, ma molto altro in più.

  6. bato Says:

    Concordo sul fatto che Dell abbia fatto questa mossa per cercare di risollevare le sue difficoltà sul mercato degli ultimi tempi e non ci vedo nulla di male.

    E’ vero, Dell ha acquistato simpatia e freschezza con questa mossa, ma se decidesse di tagliare i ponti con linux nel caso le cose vadano male non ne guadagnerebbe certamente.

    Il fatto che adesso dicono che forniranno anche Ubuntu come sistema operativo non implica che la gente si compri dei Dell con Windows, per cui se tornassero sui loro passi la gente che vorrebbe linux non penso prorpio si comprerebbe un Dell, anzi.

    Sono comunque d’accordo sul fatto che sarbbe trovare anche altre forme di marketing

  7. YarYn Says:

    una bella pubblicità che mostri il cubo rotante!
    Alla fine, è questo che fa mercato(globale)… o sbaglio?


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